About me

Chi sono io? Un folle, un visionario, uno psicotico...ma anche un padre...son ciò che sono e ne son fiero. Se ti va di far sosta da queste parti e di andare oltre la scorza sei benevnuto, ma se sei qua per giudicare, pontificare, criticare senza proporre soluzioni alternative, calunniare, diffamare, seminare scontento e parlare alle spalle...cambia zona che qua il fuoco brucia.
Ho imparato che nella vita è giusto venire a compromessi, trovare punti di incontro, ma è anche giusto affrontare di petto certe situazioni ed eradicarle.
The choice is up to you



venerdì 25 gennaio 2008

The fall

Oggi nemmeno apro il giornale, già lo so, già lo sanno tutti:
Prodi, il grande, colui che non sarebbe mai caduto come sosteneva fino a ieri mattina, ha perso la fiducia del senato e il governo è caduto.
Bene, benissimo, un altro politico che ha provato il fallimento come si meritava, ha raccolto solo ciò che ha seminato, ma noi dobbiamo fare un attimo di pausa e riflettere. Capire esattamente ciò che sta succedendo.
Vero che la caduta del governo era auspicabile e QUASI prevedibile, ma in quale situazione ci troviamo?
- Allo stato attuale delle cose nessuno dei politici attualmente eleggibili dà un minimo di garanzia sul possibile ritorno a una situazione vivibile, tutti bene o male han dimostrato di preoccuparsi solo della propria "salute finanziaria";
- Abbiamo un deficit che non esito a definire mostruoso;
- Nella stragrande maggioranza dei casi siamo tra gli ultimi paesi in Europa e mi riferisco ad aspetti quali viabilità, progresso tecnologico, stipendi, tassazione, libertà di stampa, contratti lavorativi, fonti di energia alternativa etc etc
- Non abbiamo una legge elettorale efficace che garantisca il rispetto dei diritti degli elettori
- Siamo in una situazione di transito in cui ci troviamo senza un Governo effettivo, il che dà adito a tutta una serie di rischi di cui non starò a disquisire

Diciamo che la situazione non è rosea e si va sempre più profilando una realtà molto vicina a quella dell'Argentina nel periodo immediatamente precedente al crack nazionale e alla pseudo rivolta che ne è conseguita. La situazione finanziaria che ci circonda se non è la stessa ci manca poco.
C'è da dire che dalla nostra abbiamo l'essere parte dell'Europa unita il che ci consente di sperare: in linea toerica l'Europa non dovrebbe abbandonarci in una situazione disperata, facendoci "affondare" economicamente, a mo' di topi che abbandonano la nave in presenza di una falla. D'altra parte si tenga presente che GIA' arrivano segnali di pericolo incarnati nella minaccia del taglio alle sovvenzioni europee verso l'Italia nel caso rifuti campani.
Parebbe quasi che abbiano già iniziato a tagliare i ponti con questo paese evidentemente allo sbando.
Sicuramente la colpa principale è proprio nostra, intendendo "noi" come entità politica comune: mentre in altri paesi la politica ha un motore del tipo "se funziona bene allora guadagnano tutti, se guadagnano tutti allora guadagno anche io", in Italia c'è una mentalità del tipo "prendo tutto il possibile finchè ci sono così se crolla ho il culo parato".
Nel caso A è interesse della classe politica che tutto vada bene, quindi si avranno leggi e azioni volte a tener in uno stato di benessere la nazione, le si dà nuova linfa costantemente;nel caso B si continua a sottrarre sostentamenti all'organismo "nazione" finchè inevitabilmente si giunge al collasso.
In definitiva il discorso da "chi voto questa volta?" passa a "vale la pena di votare qualcuno questa volta?". Se mi passate il consiglio, evitiamo i discorsi del tipo chi è meno peggio di chi, non ci possiamo più accontentare delle briciole: se vogliamo ottenere qualcosa, se vogliamo VERAMENTE tornare a una situazione umanamente accettabile, va lanciato un chiaro messaggio di disagio e scontento sociale.
Quando ci chiameranno alle urne guardate bene i nomi nelle varie liste, considerateli "singolarmente" per ciò che dicono, promettono e hanno fatto senza paragonarli ad altri e se nessuno ripetterà i vostri canoni politic, se nessuno vi darà una garanzia per quel che riguarda una vita migliore da domani in poi, allora fate un bel disegnino sulla scheda, uno scarabocchio o citate un aforisma che vi ha colpito, ma comunque sia annullate quella scheda e facciamo sentire a Roma un coro di qualche milione di voci che urla "Non ne possiamo più, tornatevene a casa e ridateci uno stato vivibile".

Siamo in DEMOCRAZIA, da Demos (popolo) Cratos (potere) ergo
POTERE DEL POPOLO

non potere ai governanti che il popolo sceglie, ma che gira e rigira fan quello che pare a loro. Son loro a lavorare per noi, non noi che lavoriamo per loro. Ricordiamo sempre che con le tasse NOI paghiamo il LORO stipendio, NOI siamo i loro DATORI DI LAVORO e come ogni datore di lavoro NOI decidiamo e LORO devono agire di conseguenza, non fare di testa loro.
Sennò basta dire che siamo in Oligarchia, da oligoi (pochi) e archè (governare), e si risolve tutto.
Re-impariamo l'irtaliano e chiamiamo le cose con il loro nome: fin'ora l'Italia è stata un'oligarchia in cui una ristretta elite di manger, politici ed amministratori delegati hanno deciso vita e futuro della stragrande maggioranza ignorando bellamente ciò che era la volontà del popolo.
Vogliamo riprenderci la nostra vita o aspettiamo che qualcuno si svegli e ci dica anche come andare alla toilette?Per me io scelgo di rivolere la mia vita e la libertà che ne consegue, voi invece?

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