About me

Chi sono io? Un folle, un visionario, uno psicotico...ma anche un padre...son ciò che sono e ne son fiero. Se ti va di far sosta da queste parti e di andare oltre la scorza sei benevnuto, ma se sei qua per giudicare, pontificare, criticare senza proporre soluzioni alternative, calunniare, diffamare, seminare scontento e parlare alle spalle...cambia zona che qua il fuoco brucia.
Ho imparato che nella vita è giusto venire a compromessi, trovare punti di incontro, ma è anche giusto affrontare di petto certe situazioni ed eradicarle.
The choice is up to you



lunedì 31 dicembre 2007

New years day

Ritorno dopo un po' di giorni diassenza, ma la causa è più che giusta.
Oggi son qua per fare un post breve, ma intenso:
innanzitutto per augurarvi un buon inizio anno, il 2008 speriamo sia migliore. lo so che lo si augura ogni anno, ma ogni anno speriamo che sia quello buono. Sicuro il 2007 non è stato granchè, ma ormai è praticamente finito quindi via con i preparativi per l'anno nuovo.
La seconda m0tivazione è per annunciare al mondo intero che...

è nata mia figlia!!!

Ebbene sì, son diventato papà pure me. Chi lo avrebbe mai detto? Posso dire che a me il 2007 è andato bene personalmente avendo costruito una mia famiglia di cui son felice e fiero.
Comunque, auguri a tutti voi che leggete e anche a chi non legge, ci rivediamo nel 2008 ;)

giovedì 20 dicembre 2007

Last update

Riporto semplicemente per corretta conoscenza dei colleghi
SLC - CGIL Sindacato Lavoratori Comunicazione
FISTel - CISL Federazione Informazione Spettacolo e Telecomunicazioni
UILCOM - UIL Unione Italiana Lavoratori della Comunicazione


Roma, 20 dicembre 2007



LAVORATORI NON “LIMONI”

Inaspettata la rottura delle trattative in COMDATA S.p.A dopo un anno di attento e consapevole lavoro svolto dal Sindacato e dai lavoratori tutti, confermato da un accordo sulle stabilizzazioni che ci aveva fatto ben sperare per il percorso successivo.

L’apertura della trattativa sul secondo livello di contrattazione avvenuta nella mattinata del 18 dicembre 2007 ha visto l’azienda fare una premessa molto preoccupata sul mercato e sulla concorrenza, a fronte di investimenti sia in tecnologia sia in nuove attività e servizi che fanno dell’azienda stessa verosimilmente il secondo operatore in questo mercato.
A rendere più complicata la situazione è stato il primo affondo sui temi della piattaforma sindacale che veniva di fatto ridotta a tre argomenti: il protocollo delle Relazioni industriali, il Premio di Risultato e la verifica legata all’accordo di stabilizzazione . Puntualmente la risposta sindacale ha cercato di riportare al centro della discussione al tavolo la piattaforma presentata in assemblea ai lavoratori, motivando il perché della nostra impostazione che includeva diversi altri punti tra cui l’inquadramento (per delineare percorsi professionali condivisi), la refezione e la reperibilità.
Abbiamo quindi rafforzato il concetto chiedendo all’azienda di capire se questa impostazione era condivisa e se poteva scendere in maggiori dettagli sui vari temi. Così sollecitata la delegazione aziendale ha chiesto una sospensiva per riflettere e proseguire l’incontro.
Alla ripresa nella tarda mattinata abbiamo ascoltato la prima risposta aziendale sulla piattaforma presentata nel novembre scorso. In premessa ci veniva riferito che “non esisteva al momento una torta da dividere” dettagliando a seguire le posizioni sulle nostre richieste.
In specifico:
· Il premio di risultato al raggiungimento di obiettivi di redditività e qualità doveva essere costruito autosostenendosi nei suoi valori economici.
· Il passaggio inquadramentale dal 3° al quarto livello non poteva essere effettuato mediante un automatismo ma attraverso una analisi aziendale sulla attività e sulla professionalità;
· Sulla richiesta di refezione non era assolutamente possibile parlare di Buono Pasto (TICKET) né tantomeno fare un ragionamento nazionale sulle mense per poi riportare effetti locali con nuove convezioni, ma si dava disponibilità ad ampliare in spazi e apparati gli ambienti aziendali dedicati alla refezione.
· Sul tema del Controllo a Distanza si dava una disponibilità ad aprire un tavolo per regolare la tematica.
· Sulla reperibilità, pur sottolineando che il tema toccava poche persone, si dava disponibilità a confrontarsi.
· Sulle ferie la necessità aziendale era di avere una flessibilità locale dell’istituto.
· Relazioni industriali: all’azienda interessa un protocollo molto snello, presentando una forte riserva sui costi sia in termini di ore di permesso sia di rimborsi.
Da parte sindacale a questo punto si è ritenuta necessaria una sospensiva per poter valutare come proseguire il confronto. Dal confronto sindacale con la delegazione è uscita una posizione unitaria che dava mandato all’approfondimento punto per punto per mettere in chiaro le distanze pur esprimendo già una forte insoddisfazione.2Nell’approfondire il primo punto della piattaforma, e cioè il premio di risultato, si è chiesto alla delegazione aziendale la disponibilità a ragionare su un PDR che per il giugno 2008 producesse una erogazione a titolo di quanto prodotto dai lavoratori nell’anno 2007 ed in particolare nel secondo semestre. A questo punto l’azienda ha interrotto la parte sindacale ritenendo di dover precisare che il premio era da costruire nel 2008 per il 2009 e che prima non poteva fare erogazioni a nessun titolo non avendo a disposizione alcuna voce di budget.
La delegazione sindacale ha ritenuto inaccettabile questa posizione e questo generale irrigidimento spiegando alla delegazione aziendale che tale disponibilità era già emersa in incontri precedenti e che era ritenuta paradossale la sua attuale scomparsa.
La risposta alle perplessità espresse dalla intera delegazione, è arrivata tramite l’Unione Industriale che in modo provocatorio affermava di non “trattare” con le RSU .
Ritenendo ormai esaurita ogni motivazione per poter continuare, l’intera delegazione sindacale si è alzata abbandonando la trattativa e annunciando una nuova fase dove sarebbero stati i lavoratori stessi a rispondere alle provocazioni.

Pertanto, in considerazione degli eventi sopradescritti i lavoratori, le RSU, e le organizzazioni sindacali, dichiarano 8 ore di sciopero per il giorno 27 dicembre 2007 per tutti i lavoratori di Comdata e il blocco degli straordinari fino al 31 dicembre 2007.


LE SEGRETERIE NAZIONALI
SLC-CGIL FISTel-CISL UILCOM-UIL

Get clear

Sentendo le voci circolanti, ritengo opportuno chiarire un paio di cose sullo sciopero del 27, premesso che son tutte considerazioni personali:
- in Comdata torino siamo 700 operatori di cui 420 in teroia dovrebbero essere indeterminati e 280 determinati. Partendo dal presupposto che NON pOSSONO in nessun caso attuare ritorsioni su chi partecipa allo sciopero, possiamo aggiungere che è impensabile il licenziamento (o mancato rinnovo che dir si voglia) di 280 persone per assumerne un numero equivalente: vorrebbe dire un aumento delle spese (tfr su tutti) e un rallentamento della produttività a causa di calo del personale e del periodo fisiologicamente necessario a formare i nuovi ingressi.
-le richieste son tutte giuste e pienamente nei nostri diritti. Ticket/convenzioni con bar e ristoranti limitrofi son previste nella maggior parte delle aziende. Il Premio di Risultato è stato richiesto dal 2007 sulla base dei risultati ottenuti comprovati dall' aumento di fatturato e sulla base del fatto che Comdata promette questo Premio di Risultato dal 2004.
-il passaggio dal 3° al 4° livello automatizzato è una richiesta lecita soprattutto se consideriamo come in questi anni abbiamo avuto sotto gli occhi le valutazioni applicate da Comdata, spesso nebulose e immotivate. non possiamo più fidarci di giudizi della dirigenza sulla base di 5 minuti di colloquio o su frequentazioni extra-lavoro, si deve stabilire un criterio oggettivo e universale.
troppe cose rimangono "a discrezione dell' azienda", lo sciopero è fatto allo scopo di dar chiarezza e certezze a noi dipendenti, mase noi stessi ce ne stiamo in un angolo tremanti e zitti non si otterrà nulla.
Ciò vale soprattutto per chi in questi anni ha sempre detto di non partecipare alle assemblee sindacali perchè non crede nei sindacati: avete avuto la riprova della validità degli rsu con la prima parte della piattaforma sindacale, li avete ogni giorno vicino sul luogo di lavoro, ora volete impegnarvi anche voi o no?
Anche perchè la vostra voce è la prima che si sente quando c'è da lamentarsi tra colleghi, ma l'ultima quando si tratta di esporsi.
Chi ha orecchie per intendere, intenda.

mercoledì 19 dicembre 2007

IT'S TIME TO SAY STOP!!!

Amici, colleghi, lettori casuali,questo post è di tipo prettamente organizzativo tra i colleghi dell'azienda per cui lavoro.
Detto ciò passiamo al punto della situazione. In seguito a quanto accaduto nell' ultima assemblea tra Comdata s.p.a., gli RSU e le segreterie CGIL, CISL e UIL, è stato indetto uno sciopero NAZIONALE per tutti i dipendenti Comdata di tutte le sedi per il 27 dicembre nell'arco delle 8 ore lavorative.
Dicendo tutti i dipendenti si intende TUTTI: assunti a tempo indeterminato, a tempo determinato e interinali. Questa è una problematica che riguarda tutti noi indistintamente e non si parla di sala mensa o della pausa 626, ma del GIUSTO RICONOSCIMENTO DELLA NOSTRA FUNZIONE IN SENO ALL'AZIENDA. VIENE MESSA IN DISCUSSIONE SE NON ADDIRITTURA TRASCURATA LA NOSTRA FONDAMENTALITà IN QUANTO ELEMENTO COSTITUENTE DEL PROCESSO PRODUTTIVO.
NOI SIAMO COLORO I QUALI SVOLGONO LA PRODUZIONE GIORNALIERA GARANTENDO ALL' AZIENDA I SUOI INTROITI. NON SIAMO NUMERI!
A questo proposito riporto il volantino redatto da RSU e RSA di Comdata
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E' GIUNTA L'ORA DI DIRE
BASTA
Non permettiamo più alla Comdata diprendersi gioco di noi!!
Alle nostre richieste sindacali presentate
all'azienda, ci è stato risposto solo con dei "NO"!NO all' automatismo per il passaggio al 4° livello;NO ai ticket restaurantE' disposta a trattare sul Premio di Risultato (giàpromesso da quasi 2 anni!), con una differenza:vuole erogarlo solo a partire dall'anno 2009!!!
Per questo dobbiamo dire tutti insieme BASTA!
Non ci sono più parole...L'unica che è rimasta è:
SCIOPERO!
Per far capire all'azienda che senza di noi non è nulla, che siamo stufi di essere sfruttati!!
Sciopero di 8 ore per la giornata del 27 dicembre
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A questo punto dubito che ci sia molto da aggiungere a parte:
- lo sciopero è per tutta la giornata lavorativa
- coinvolge tutti i dipendenti a tempo indeterminato, determinato e gli interinali
- sarà sciopero tradizionale per cui non si entrerà in azienda
- si ricorda che ognuno di noi è libero di aderire o meno, fermo restando che nessuno si può arrogare il diritto di denigrare o insultare chi lavorerà durante lo sciopero. D'altra parte chi decidesse di non aderire si renda conto che va contro gli interessi di tutti i colleghi, ma soprattutto dei propri interessi personali: qua si parla del NOSTRO futuro.
A questo punto fate voi.

martedì 18 dicembre 2007

It's only faith

Questa l'ho recuperata da un altro blogger (http://blog.libero.it/liberatetutti/) e mi pare il caso di riportarla visto che in questi giorni l'argomento è ritornato a galla (tra l'altro l'ho rinominato nel post precedente :P). Buona lettura

Oggi è una giornata particolarmente triste per il mondo laico. Come ha puntualmente riportato il quotidiano L’Unità, in Senato è stata respinta una proposta di legge che tendeva ad imporre alla Chiesa Cattolica l’obbligo di pagare l’ICI (Imposta Comunale sugli Immobili) per i locali di sua proprietà che svolgono attività commerciali.
Accursio Montalbano, Roberto Barbieri, Gavino Angius, i tre senatori della Costituente socialista, presentano un emendamento che prevede di far pagare l’Ici sugli immobili di proprietà della Chiesa che svolgono un’attività commerciale. Il relatore invita al ritiro «perché non è opportuno affrontare adesso la materia»; Cdl compatta e Ulivo parlano di «discussione ottocentesca, di un elemento identitario dei socialisti che manderebbe agli italiani un messaggio di divisione». La sinistra dell’Unione nella dichiarazione di voto annuncia «un’astensione sofferta» per non turbare i delicati equilibri della maggioranza a palazzo Madama. […] L’emendamento non passa e trova solo 12 senatori favorevoli.
[Da L’Unità dell’8 Novembre 2007]
Contro questo emendamento hanno votato anche Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Verdi. A favore, solamente Socialisti e Radicali.
Perché la Chiesa Cattolica deve pagare l’ICI
Noi tutti, italiani e stranieri residenti in Italia, paghiamo l’ICI. La paghiamo sulle seconde case per le vacanze, sugli immobili adibiti a scopi commerciali e persino sulla prima casa. Paghiamo una tassa odiosa su un reddito che non possiamo percepire: il reddito “virtuale” assegnato alla prima casa. Paghiamo un sacco di soldi di ICI.
Ma la Chiesa Cattolica, in virtù di una norma applicativa del Concordato del 1984 (quello firmato da Bettino Craxi) non la paga.
La pagano le altre confessioni, a partire dalle Moschee dei circa tre milioni di Musulmani che vivono in Italia, ma non la Chiesa Cattolica. Basta mettere un Crocefisso in un negozio e dichiaralo “luogo di culto” e non si paga più una lira di ICI. Questa anomalia è talmente evidente e talmente difficile da giustificare da avere attirato anche l’attenzione della Comunità Europea che ora chiede conto all’Italia di questo incomprensibile privilegio concesso alla Chiesa cattolica (vedi: “Esenzione ICI” nelle Ultimissime UAAR).
Si ritiene che questo meccanismo permetta alla Chiesa Cattolica di non pagare allo Stato Italiano qualcosa come un miliardo di Euro all’anno. Questa cifra elevatissima non deve stupire: grazie ad una secolare tradizione di raccolta di donazioni da privati, la Chiesa Cattolica è tuttora di gran lunga il più grande proprietario immobiliare italiano.
Noi paghiamo dieci Euro su ogni richiesta di analisi che presentiamo alla nostra ASL ma la Chiesa Cattolica non paga una lira di ICI per gli innumerevoli locali commerciali, alberghi ed altre strutture (certamente non adibite in modo esclusivo al Culto) che possiede sul nostro territorio. Lo Stato Italiano deve farsi carico dei restauri delle migliaia e migliaia di Chiese cadenti sparse per la penisola, non tutte di interesse storico od artistico, ma su queste Chiese il Vaticano non paga nemmeno l’ICI.
Se questa è la gente da cui noi miscredenti dobbiamo accettare lezioni di morale…
La punta dell’Iceberg
Un miliardo di euro (1936 miliardi di lire e spiccioli) è una cifra colossale. Rappresenta più o meno quello che sarebbe necessario spendere ogni anno per portare la nostra Università e la Ricerca Italiana allo stesso livello delle Università americane e dei loro centri di ricerca. Un miliardo di euro l’anno fa la differenza tra stare a pieno diritto nel primo mondo e scivolare velocemente nel terzo.
Ma un miliardo di euro è solo un quarto dei circa quattro miliardi di euro che la Chiesa Cattolica costa allo Stato Italiano ogni anno.
Gli studi su questo tema ormai abbondano. A quelli, ormai storici, dell’UAAR si sono recentemente aggiunti diversi articoli di Curzio Maltese su Repubblica. Potete leggerli seguendo questi link:
Scheda sull’otto per milleQuanto «costa» allo Stato il finanziamento della Chiesa cattolicaPrivilegi economici e fiscali della Chiesa cattolicaCurzio Maltese sulle Finanze della ChiesaCurzio Maltese sul costo dell’Ora di ReligioneUn Video di Curzio Maltese sui soldi dei Vescovi
In Italia siamo abituati a non fare caso all’elefante che si aggira in salotto ma sta diventando sempre più difficile mantenere in auge questa pratica in un mondo multinazionale, multietnico e multiconfessionale come il nostro.
Quattro miliardi l’anno sono un quarto od un quinto della finanziaria. Corrispondono più o meno ai soldi che il nostro stato non riesce a trovare per assicurare ai giovani un salario di disoccupazione od a quelli che il nostro stato non riesce a trovare per garantire ai nostri anziani una pensione dignitosa. Quattro miliardi l’anno fanno la differenza tra il welfare, quello vero, quello “alla Svedese”, e le mense dei poveri.
L’otto per cento
Come vengano spesi questi quattro miliardi di euro, non è dato sapere. Si sa qualcosa solo di ciò che avviene al circa un miliardo di euro che gli italiani decidono di donare (non tutti di propria volontà) alla Chiesa Cattolica attraverso il meccanismo dell’0tto per Mille. Di questi soldi, solo l’8 percento viene utilizzato per azioni di Carità. Il resto viene utilizzato per mantenere i Sacerdoti e per mantenere in piedi la faraonica struttura burocratica e “di culto” della Chiesa Cattolica. L’otto per cento di un miliardo di euro sono 80 milioni. Questi 80 milioni sono i soldi che la Chiesa Cattolica distribuisce ai poveri. I restanti 920 milioni di euro servono per mantenere in piedi la struttura ecclesiastica. Per confronto, il tanto vituperato Stato Italiano spende circa 900 milioni di euro all’anno solo per pagare gli insegnanti di religione nelle nostre scuole (insegnanti che vengono nominati dalla Curia e rispondono solo ad essa).
Una questione di soldi
La religione è anche (o soprattutto) una questione di soldi. Non lo è per noi. L’UAAR non prende un soldo dallo Stato e non ambisce a prenderne. Lo è per la Chiesa Cattolica. Quattro miliardi l’anno di fatturato fanno della Chiesa Cattolica una potenza economica di cui si è costretti a tenere conto. Negli anni passati, una parte considerevole di questi soldi sono stati amministrati da persone di moralità decisamente sospetta, come Paul Marcinkus. Secondo la Magistratura Italiana, ci sono fondate ragioni di pensare che una parte di questi soldi siano stati utilizzati per influenzare diversi governi italiani tra gli anni ‘70 ed ‘80. Per colmo dell’ironia, una parte delle tasse pagate in Italia da atei e agnostici della sinistra è stata passata dallo Stato alla Chiesa Cattolica che li ha usati per contrastare l’ascesa della sinistra nella politica nazionale e nella società civile. Si sospetta anche che una parte considerevole di questi soldi sia stata usata da Wojtyla per finanziare Solidarnosc in Polonia, portando al crollo del regime comunista in quel paese. Come sempre avviene, il potere economico è stato trasformato, in tutte queste occasioni, in potere politico.
Se si vuole evitare di scivolare lentamente in una teocrazia cattolica, non meno odiosa di qualunque teocrazia islamica, è necessario sottrarre alla Chiesa cattolica il suo principale strumento di influenza politica: i soldi.
Alessandro Bottoni
alessandro.bottoni@infinito.it
alessandrobottoni@interfree.it

Out of mind

E ancora ritorno a sollevare polvere perchè questo è il mio scopo: mai lasciarvi tranquilli, mai smettere di crearescompiglio e malcontento, mai permettere alle vostre menti di sopirsi nella quiete. L'era contemporanea non è quieta.
Dall'ultimo sciopero dei camionisti il prezzo della benzina e del diesel hanno raggiunto vette inenarrabili e mia moglie mi ha fatto una domanda più che esemplificativa
"Ma secondo loro come possiamo farcela?"
Con quel loro ovviamente si riferiva ai politici.
La domanda mi rigira nel cranio da quando me l'ha posta, mi si arrotola intorno alla gola tipo boa costrictor e mi toglie il respiro e ripenso ai benefit dei nostri governanti, agli stipendi da panico che percepiscono, a tutto i servizi di cui godono grazie alle nostre tasse e ai vantaggi che concedono a chi è loro affiliato.
Lo sapevate che il Vaticano non paga l' ICI? Il che ci potrebbe stare, è indipendente dall' Italia politicamente parlando. Peccato che i simpaticoni costruiscano alberghi in territorio italiano senza pagare l' ICI, offrendo di conseguenza costi inferiori agli albergatori nostri conterranei che la suddetta tassa la pagano.
Non citiamo poi i vari contributi statali erogati ai giornali di partito, spesso associazioni di simpatizzanti che contano una decina scarsa di membri di cui uno o due membri del direttivo.
Ma non si può dimenticare le care reti televisive che non perdono occasione per denigrare la concorrenza del nano infame (Berlusca), ma il loro direttore non disdegna di utilizzare I SOLDI DEL CANONE VERSATO DAGLI ITALIANI PER FARE CAUSA A STRISCIA LA NOTIZIA (causa regolarmente persa). A costui vorrei dire: usa i tuoi soldi bastardopezzenteinfame, io il canone te lo pago a badilate in faccia. Sanguisuga. Delinquente. Ladrobastardopezzente.
La corda è tesa ed è prossima allo spezzarsi: occhio che a sto giro vi arriva in faccia

lunedì 17 dicembre 2007

Intervista a Moni Ovadia

Tratto da: http://www.articolo21.info/notizia.php?id=5864

LAVORO E DIRITTI. INTERVISTA A MONI OVADIA

Sguardi senza un orizzonte
di Elisabetta Regutti

"Il lavoro oggi è precario, subalterno, pericoloso e tossico. Come si può chiedere di rispettare dei doveri a chi non ha diritti e vive nel limbo di una situazione lavorativa precaria? Sono persone che pur creando e producendo ricchezza non vengono riconosciuti. Il lavoro deve essere sicuro e pagato adeguatamente in modo da permettere una vita dignitosa".
Moni Ovadia, attore teatrale, musicista e compositore, conversa con Articolo21. Dalla rappresentazione dell'omino di "Tempi Moderni" di Charlie Chaplin travolto dagli ingranaggi, agli occhi smarriti e privi di speranza dei compagni di lavoro delle cinque vittime del tragico ed annunciato rogo
dell'acciaieria di Torino.

Che cosa è cambiato?
Il '900 è stato il secolo delle grandi lotte operaie per dare dignità al lavoro. Il capitalismo non ha concesso nulla, ha solamente ceduto. La battaglia della classe operaia è culminata con la resistenza antifascista. Il crollo del comunismo ha rimosso quello spazio "antagonista" capace di contrapporsi a quel capitalismo che,
nell'impeto della flessibilità, ha tolto dignità al lavoro. Ha brutalizzato la condizione dei lavoratori relegandoli a figure di secondo piano della rappresentazione del liberismo spersonalizzato che oggi si nasconde dietro a termini come "risorse umane" anziché uomini, cittadini e lavoratori. Se è vero che "l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro" la bugia più grande è rappresentata dai fatti.

Per la prima volta i funerali di queste vittime del lavoro sono stati oggetto di una diretta televisiva. C'è qualcosa in più oltre all'impatto mediatico? Quanto è accaduto è sufficiente per dire che stiamo assistendo ad un passaggio epocale e culturale?
Può essere un fondamentale punto di partenza per innescare un meccanismo che riporti l'attenzione del mondo politico e istituzionale sulla sciagura di una deriva etica del nostro Paese. Basta con la comunicazione e la televisione lasciate nelle mani di "nani e ballerine". Quegli operai che hanno accompagnato i loro compagni ci hanno insegnato una grande lezione di civiltà che nessuno, in particolare i partiti, può permettersi di lasciar cadere.

Alcuni sostengono che urlare paga e gli operai dovrebbero fare come i camionisti che nei giorni scorsi hanno messo in ginocchio l'economia del paese. Lei cosa ne pensa?
Penso che gli operai siano troppi intelligenti per muoversi con atti ricattatori. La classe operaia è matura e colta. Ha dimostrato di non rispondere alla carneficina provocata dall'incuria dei propri datori di lavoro con azioni violente. Tuttavia i lavoratori devono rispondere con una lotta democratica in grado di rilanciare la propria cultura. Non sono una specie in via d'estinzione e non sono un'infelice e
marginale popolazione di paesi lontani. Gli operai sono 5 milioni di persone che insieme alle loro famiglie rappresentano un quarto dell'Italia: una potenza. La classe operaia non va lasciata sola perché è un pilastro fondante della nostra società.

In questo contesto sociale esiste una solidarietà e una vicinanza per i superstiti della guerra del lavoro?
L'Italia è una nazione capace di grande solidarietà. E' un Paese che sa esprimere alti valori di vicinanza. Lo dimostrano le numerose associazioni nate dalla volontà di pochi ma che riescono a coinvolgere i tanti. Ma per i familiari delle vittime del lavoro non basta la solidarietà della gente. Devono intervenire le aziende che vanno messe di fronte alle loro responsabilità. Dopo aver distrutto vite e legami familiari le imprese devono restituire ciò che spetta di diritto a quanti rimangono, alle vedove e agli orfani. Anche lo Stato deve svolgere la sua funzione di garanzia e riferimento sociale. Mi riferisco all'aggiornamento delle politiche di welfare basato su di uno stato di diritto che garantisca tutele. Le ricadute di una privatizzazione dei settori dell'assistenza sociale, della scuola e dell'informazione pubblica potrebbero essere devastanti in quanto potrebbero aggravare situazioni di povertà, intesa come dimensione più ampia del concetto.

Nella flessibilità imposta dall'organizzazione del lavoro esiste una prospettiva di dignità del lavoratore?
Il lavoro oggi è precario, subalterno, pericoloso e tossico. Come si può chiedere di rispettare dei doveri a chi non ha diritti e vive nel limbo di una situazione lavorativa precaria? Sono persone che pur creando e producendo ricchezza non vengono riconosciuti. Il lavoro deve essere sicuro e pagato adeguatamente in modo da permettere una vita dignitosa. Il capitalismo oggi è animato da personaggi senza un
volto, senza etica ed umanità: un capitalismo spersonalizzato partorito da un'ideologia del mercato che non è più in grado di riconoscere l'essere umano.

La passata edizione del " Mittelfest" di Cividale del Friuli, da lei diretto, ha avuto come tema il lavoro. Che ruolo hanno la cultura e la comunicazione?
Fondamentale. Bisogna riuscire ad allontanare qualsiasi figura di "barbaro vestito di paillettes". Un grande merito spetta alle trasmissioni che dimostrano un alto senso civico nel fare informazione partendo dai temi della vita e in particolare il lavoro,
la sua sicurezza e la dignità delle persone.

17/12/2007

Angels fall first

Oggi è una grande giornata: solita levataccia di prima mattina come milioni di altri italiani, giro di pagamento bollette, bollettini, fatture e affitto, insomma tutto lasciava presagire una normalissima giornata come tante, ma come son uscito dalla posta ho visto un paio di cosini bianchi scendere dal cielo e ora...
fuori dalla finestra del nostro ufficio vedo un tripudio di fiocchi bianchi che vengono a coprire la città.
Oggi mi sento rilassato, tranquillo e buono, oggi mi sento bene indi per cui...

A tutti voi che leggete
a tutti voi che siete in giro a lavorare, vendere o comprare,
leggere o studiare, a chi sogna e chi no,
chi dà ordini e chi li riceve, belli o brutti, sani o malati, metallari e no,
insomma tutti quanti
Buon natale

sabato 15 dicembre 2007

venerdì 14 dicembre 2007

Message in a bottle

Fine dello sciopero degli autotrasportatori, finalmente tornano merci e benzina.
La prima conseguenza "fisica" dal mio punto di vista è stato...ricordarmi una vecchia canzone di Sting & the police intitolata Message in a bottle.
Ovviamente vi domanderete cosa c'entra. Ebbene, mi son ricordato del passaggio in cui Sting canta
"Woke up this morning i can't believe what i saw".
Prendo l' auto per andare a lavoro e come arrivo al benzinaio mi trovo a formare una coda di almeno 6 veicoli dietro di me. Lascio lievemente stupito il distributore e lo scenario che mi attende risulta anche peggiore: da piazza Vittorio a via Carlo Alberto, distanza normalmente percorsa in 7-10 minuti, ci ho messo 50 minuti.
Sembra una barzelletta: durante l'ora di punta, in cui gran parte dei torinesi si dirige verso il luogo di lavoro, una massa di volponi "da cumpetisiun" ha pensato bene di prendere la macchina, uscire di casa, andare a far benzina e tornare a casa.
Vorrei dire a questo branco di beduini metropolitani:
ma vi siete rimbecilliti di colpo? Avete scollegato le sinapsi neurali? In primis il traffico si è congestionato a livelli inumani, in secondo luogo non è che la benzina c'era alle 8 e alle 9 era finita.
Senz acontare il fatto che, per la santa legge di domanda/offerta, se svuotate le cisterne in mezza giornata forse, ma solo forse, il prezzo del carburante potrebbe avere un ulteriore aumento.
Si dimostra ancora una volta che il popolo taurinense è composto in larga scala da pecoroni che belano tanto, ma di cervello scarseggiano: tutti in fila a dar via el cul per fare il pieno alla macchinina e tenerla chiusa in garage (o box che dir si voglia).
Più passa il tempo e più mi rendo conto di quanto il genere umano si stia involvendo in uno stato animalesco e incivile.

DLIN DLON.
LA "GOD & CO" ENTERPRISE RICHIEDE ALLA GENTILE CLIENTELA TERRICOLA
DI ATTIVARE SINAPSI NEURALI E SIMILARI
ONDE EVITARE DANNI COLLATERALI PERMANENTI
E LAMENTELE INUTILI SU UNA SOCIETà INIQUA
CHE VI SIETE CREATI DA SOLI
SVEGLIA GENTE!!!!

giovedì 13 dicembre 2007

new entry

Oggi, giusto per non smentirmi mai, ho deciso di dare una svolta al tutto: conosco un simpatico personaggio che stimo non poco per la sua sconfinata cultura (ampiamente superiore alla mia e alla media delle persone che conosco) quindi se intende accettare l'invito, sarà aggiunto come autore di questo blog allo scopo di ampliare ulteriormente argomenti, orizzonti e livello culturale di questo web-space...adoro gli inglesismi :P
Divagazioni sui gusti personali a parte, spero vivamente accetti e contribuisca a questo angolino di lotta senza quartiere all' ignoranza dilagante in cui ci tengono i media e i governi vari ed eventuali.
Always on the road

martedì 11 dicembre 2007

fragments of hope

Solito giro per il web da lavoro alla ricerca di info utili, di qualcosa da divulgare a chi gira questo blog. La vita a volte riserva sorprese dolci-amare. Incappo in un blog di cui non sto a dirvi contenuti e informazioni varie, son fatti che riguardano una famiglia, ma mi pare giusto che si sappia, far presente che i nostri piccoli problemi quotidiani son solo granelli di sabbia e alcune persone si trovano ad affrontare macigni di proporzioni bibliche. Ciò nonostante vanno avanti dimostrando che non esiste motivo valido per mollare, non c'è ragione sufficiente a cercare rifugio in droghe o alcool.
Sono tanti che continuano a lottare, sperare, sognare e desiderare, io sono uno di loro e finchè avrò respiro non smetterò mai. Tu da che parte stai?

Per chi volesse sapere che blog ho incontrato e magari dare due parole di sostegno...

http://blog.libero.it/GRETAELANUVOLA/view.php?reset=1&id=GRETAELANUVOLA

sabato 1 dicembre 2007

Chain reaction

Questa mi è arrivata come una delle tante catene di sant' antonio che riceviamo ogni giorno, però questa volta ho deciso di non premere quel tastinodi cui spesso abuso denominato "cestina", bensì ho prefrito proporvela.
Magari è una vaccata inventatat di sana pianta, ma a volte anche le vaccate ci fanno riflettere...quante volte una stronzata tirata a caso cambia il senso di tutto? Quante volte se ci fossimo fermati a riflettere avremmo fatto andare meglio le cose, rendendo felici noi e gli altri?
Think about it.

Tu cosa
faresti???


Ricordati che TU fai la differenza.
Non cercare mai
mezzi termini: non ce ne sono.
Leggi in ogni caso.
La mia domanda è: tu
avresti fatto la stessa scelta che ho fatto io?

Ad una cena di
beneficenza per una scuola che cura bambini con problemi di apprendimento, il
padre di uno degli studenti fece un discorso che non sarebbe mai più stato
dimenticato da nessuno dei presenti. Dopo aver lodato la scuola ed il suo
eccellente staff, egli pose una domanda: 'Quando non viene raggiunta da
interferenze esterne, la natura fa il suo lavoro con perfezione. Purtroppo mio
figlio Shay non può imparare le cose nel modo in cui lo fanno gli altri
bambini.
Non può comprendere profondamente le cose come gli altri. Dov'è il
naturale ordine delle cose quando si tratta di mio figlio? '
Il pubblico alla
domanda si fece silenzioso. Il padre continuò: 'Penso che quando viene al mondo
un bambino come Shay, handicappato fisicamente e mentalmente, si presenta la
grande opportunità di realizzare la natura umana e avviene nel modo in cui le
altre persone trattano quel bambino.' A quel punto cominciò a narrare una
storia: Shay e suo padre passeggiavano nei pressi di un parco dove Shay sapeva
che c'erano bambini che giocavano a baseball. Shay chiese: 'Pensi che quei
ragazzi mi faranno giocare? ' Il padre di Shay sapeva che la maggior parte di
loro non avrebbe voluto in squadra un giocatore comeShay, ma sapeva anche che se
gli fosse stato permesso di giocare, questo avrebbe dato a suo figlio la
speranza di poter essere accettato dagli altri a discapito del suo handicap,
cosa di cui Shay aveva immensamente bisogno.
Il padre di Shay si avvicinò ad
uno dei ragazzi sul campo e chiese (non aspettandosi molto) se suo figlio
potesse giocare.
Il ragazzo si guardò intorno in cerca di consenso e disse:
'Stiamo perdendo di sei punti e il gioco è all'ottavo inning. Penso che possa
entrare nella squadra: lo faremo entrare nel nono'
Shay entrò nella panchina
della squadra e con un sorriso enorme, si mise su la maglia del team.
Il
padre guardò la scena con le lacrime agli occhi e con un senso di calore nel
petto.
I ragazzi videro la gioia del padre all'idea che il figlio fosse
accettato dagli altri.
Alla fine dell'ottavo inning, la squadra di Shay prese
alcuni punti ma era sempre indietro di tre punti.
All'inizio del nono inning
Shay indossò il guanto ed entrò in campo.
Anche se nessun tiro arrivò nella
sua direzione, lui era in estasi solo all'idea di giocare in un campo da
baseball e con un enorme sorriso che andava da orecchio ad orecchio salutava suo
padre sugli spalti.
Alla fine del nono inning la squadra di Shay segnò un
nuovo punto: ora, con due out e le basi cariche si poteva anche pensare di
vincere e Shay era incaricato di essere il prossimo alla battuta.
A questo
punto, avrebbero lasciato battere Shay anche se significava perdere la
partita?
Incredibilmente lo lasciarono battere.
Tutti sapevano che era una
cosa impossibile per Shay che non sapeva nemmeno tenere in mano la mazza, tanto
meno colpire una palla. In ogni caso, come Shay si mise alla battuta, il
lanciatore, capendo che la squadra stava rinunciando alla vittoria in cambio di
quel magico momento per Shay, si avvicinò di qualche passo e tirò la palla così
piano e mirando perché Shay potesse prenderla con la mazza.
Il primo tiro
arrivò a destinazione e Shay dondolò goffamente mancando la palla. Di nuovo il
tiratore si avvicinò di qualche passo per tirare dolcemente la palla a
Shay.
Come il tiro lo raggiunse Shay dondolò e questa volta colpì la palla
che ritornò lentamente verso il tiratore. Ma il gioco non era ancora
finito.
A quel punto il battitore andò a raccogliere la palla: avrebbe potuto
darla all' uomo in prima base e Shay sarebbe stato eliminato e la partita
sarebbe finita.
Invece...
Il tiratore lancio la palla di molto oltre
l'uomo in prima base e in modo che nessun altro della squadra potesse
raccoglierla.
Tutti dagli spalti e tutti i componenti delle due squadre
incominciarono a gridare: 'Shay corri in prima base! Corri in prima base!
'
Mai Shay in tutta la sua vita aveva corso così lontano, ma lo fece e così
raggiunse la prima base.
Raggiunse la prima base con occhi spalancati
dall'emozione.
A quel punto tutti urlarono: 'Corri fino allaseconda base!'
Prendendo fiato Shay corse fino alla seconda trafelato.
Nel momento in cui
Shay arrivò alla seconda base la squadra avversaria aveva ormai recuperato la
palla.. Il ragazzo più piccolo di età che aveva ripreso la palla quindi sapeva
di poter vincere e diventare l'eroe della partita, avrebbe potuto tirare la
palla all'uomo in seconda base ma fece come il tiratore prima di lui, la lanciò
intenzionalmente molto oltre l'uomo in terza base e in modo che nessun altro
della squadra potesse raccoglierla.
Tutti urlavano: 'Bravo Shay, vaicosì! Ora
corri! '
Shay raggiunse la terza base perché un ragazzo del team avversario
lo raggiunse e lo aiutò girandolo nella direzione giusta.
Nel momento in cui
Shay raggiunse la terza base tutti urlavano di gioia.
A quel punto tutti
gridarono: 'Corri in prima, torna in base!!!!' E così fece: da solo tornò in
prima base, dove tutti lo sollevarono in aria e ne fecero l'eroe della
partita.
'Quel giorno' disse il padre piangendo 'i ragazzi di entrambe le
squadre hanno aiutato a portare in questo mondo un grande dono di vero amore ed
umanità'.
Shay non è vissuto fino all'estate successiva.
E' morto
l'inverno dopo ma non si è mai più dimenticato di essere l'eroe della partita e
di aver reso orgoglioso e felice suo padre non dimenticò mai l'abbraccio di sua
madre quando tornato a casa le raccontò di aver giocato e vinto.

ED ORA
UNA PICCOLA NOTA AL FONDO DIQUESTA STORIA:
In internet ci scambiamo un sacco
di giochi e mail scherzose senza che queste ci facciano riflettere, ma quando si
tratta di diffondere mail sulle scelte della vita noi esitiamo. Il crudo, il
volgare e l'osceno passano liberamente nel cyber spazio, ma le discussioni
pubbliche sulla decenza sono troppo spesso soppresse nella nostre scuole e nei
luoghi di lavoro.
Se stai pensando di forwardare questo messaggio, c'è
probabilità che sfoglierai i tuoi contatti di rubrica scegliendole persone
'appropriate ' o 'inappropriate ' a ricevere questo messaggio.
Bene: la
persona che ti ha mandatoquesta e-mail pensa che TUTTI NOI POSSIAMO FARE LA
DIFFERENZA.
Tutti noi abbiamo migliaia di opportunità, ogni giorno, di
aiutare il 'naturale corso delle cose' a realizzarsi.
Ogni interazione tra
persone, anche la più inaspettata, ci offre una opportunità: passiamo una calda
scintilla di amore e umanità o rinunciamo a questa opportunità e lasciamo il
mondo un po'più freddo?

Un uomo saggio una volta disse che ogni società è
giudicata in base a come tratta soprattutto i meno fortunati.
Ora tu hai 2
scelte:
1. cancellare
2. inoltrare

A te fare la
differenza....